Il matrimonio nelle varie epoche: tradizioni e usanze dall’Antichità al Novecento
Quella del matrimonio è una storia lunghissima. Sin dalle origini della civiltà uomini e donne hanno sancito legami ufficiali tra di loro, tutelati dalla religione o dalla legge. Seguendo regole, rituali e tradizioni ben precise. In millenni e millenni di storia il rito del matrimonio è cambiato continuamente, riflettendo la cultura e la società di ogni epoca. Possiamo dire con tutta certezza che il matrimonio sia in evoluzione ancora oggi, assumendo forme sempre nuove. Nonostante ciò, alcune usanze e i princìpi su cui si fonda questo legame non sono mai cambiati.
Per farvi scoprire quali tradizioni si sono modificate e quali sono rimaste immutate, vogliamo proporvi, in questo articolo, un breve viaggio nella storia del matrimonio, dall’Antichità al Novecento.
Vi siete mai chiesti come ci si sposava nell’Antico Egitto, oppure nell’Antica Roma? Che ruolo aveva la sposa nel Medioevo, che abito ha indossato nelle varie epoche?
E come si svolgevano i cortei nuziali dal Cinquecento all’Ottocento?
Ecco le risposte a tutte le vostre curiosità.
Matrimonio nell’Antico Egitto
Per gli Antichi Egizi uomini e donne godevano di parità dopo il matrimonio, e ci si poteva sposare anche tra consanguinei. Non si trattava di un evento pubblico, sancito da una vera e propria cerimonia, ma un accordo intimo e privato. L’unica dimostrazione collettiva era il corteo allegro e festoso di amici e familiari, che scortavano la sposa fino alla casa dello sposo, dove iniziavano la convivenza. In questa occasione la bellezza della sposa era valorizzata da una sottile e delicata tunica in lino, quasi trasparente, mentre la sua acconciatura era arricchita da parrucche e ornamenti, come fasce dorate, fermagli e fiori.
Matrimonio nell’Antica Roma
Il diritto romano fu il primo a considerare il matrimonio come un libero accordo tra due persone, a differenza delle idee dell’epoca che volevano che la sposa fosse assoggettata per sempre al controllo del marito. In questa epoca l’unione matrimoniale, spesso combinata dalle famiglie quando i figli erano ancora bambini, serviva anche a favorire il passaggio da una casta all’altra, per l’uomo o per la donna.
La sposa vestiva di bianco, a testimonianza della sua verginità, e indossava anche un velo color zafferano, simbolo del fuoco della dea Vesta, che proteggeva il focolare domestico. Il velo poteva essere rimosso solo il giorno dopo, quando il matrimonio era stato già consumato. Anche l’acconciatura della sposa era simbolica: sulle sue sei trecce, in onore delle vergini vestali, era posata una corona composta da gigli, grano rosmarino e mirto (simboli di purezza, fertilità, virilità maschile e lunga vita).
Matrimonio nel Medioevo
Con l’avvento del Cristianesimo il matrimonio diventa un sacramento e la cerimonia si celebra in chiesa. Nonostante questo, il motivo principale per cui uomini e donne si sposavano era la fusione di ricchezze, potere e terreni delle rispettive famiglie, quindi con un forte interesse politico ed economico.
Gli abiti degli sposi erano di colore rosso e la sposa indossava il più bello che la famiglia poteva permettersi. La lunghezza dello strascico del vestito testimoniava la ricchezza del suo prestigio sociale.
L’usanza di scambiarsi un anello nuziale era già in vigore e lo si infilava, come ancora oggi, all’anulare, il dito della mano collegato con il cuore.
Dopo la cerimonia si svolgeva un corteo nuziale con parenti e amici che accompagnavano gli sposi verso casa lanciando chicchi grano, in simbolo di fertilità e abbondanza. La festa, caratterizzata da canti, balli e banchetti ricchi di pietanze di ogni genere, poteva durare anche molti giorni.
Matrimonio nel Rinascimento
Tra il ‘400 e il ‘500 il matrimonio continua a essere un legame voluto per ragioni economiche, un vero e proprio contratto tra famiglie per assicurarsi ricchezze e terreni. Ma, a differenza dell’epoca medievale, il matrimonio nel Rinascimento era un’interessante occasione per ostentare le ricchezze e il prestigio sociale della famiglia della sposa e dell’alleanza sancita con le nozze. Durante il corteo nuziale, la sposa indossava il suo abito e i suoi accessori più preziosi e veniva scortata a cavallo per le vie della città da cavalieri e cassapanche che contenevano il corredo e i doni del futuro marito. Giunta sul sagrato della chiesa, dove la attendevano sposo e parroco, si aveva luogo il rito nuziale con il tradizionale scambio degli anelli. Solo dopo si entrava in chiesa.
Anche nel Rinascimento l’abito della sposa era rosso, realizzato in tessuti molto pregiati, come seta cinese, taffetà, velluti e broccati, decorati con gemme, gioielli e ricami preziosi. Lunghezza dello strascico e decorazioni delle maniche indicavano la ricchezza e il potere della famiglia.
I pranzi nuziali diventano sempre più scenografici, tra tavoli imbanditi, decorazioni floreali, fontane, statue e menù che contavano decine e decine di portate.
Matrimonio nel Seicento
Le profonde lacerazioni religiose di questo secolo e le crisi sociali trasformano i matrimoni in cerimonie più intime. Gli averi delle famiglie si investivano in corredo e dote per la sposa, e il suo abito di nozze era scelto con l’unico intento di stupire, in linea con la cultura barocca dell’epoca. Una sovrabbondanza di ricami, broccati, damascati, pizzi e gioielli arricchivano i vestiti molto ampi, molto spesso caratterizzati anche dalla predominanza dell’oro o dell’argento.
Matrimonio nel Settecento
Nel corso del Settecento, secolo “illuminato”, lo sfarzo e la fastosità dei matrimoni lascia il posto al valore più importante: l’amore tra marito e moglie. La Rivoluzione Americana e l’ascesa della borghesia pongono quasi fine all’assolutismo della monarchia e si fanno strada vesti e decorazioni più sobrie. L’abito della sposa si arricchisce di motivi floreali e di tinte pastello e nasce lo “stile impero”, tagliato sotto il seno per sottolineare di meno i fianchi larghi e l’addome pronunciato. Inizia in questo periodo la moda del cambio d’abito per sposa e invitati: nero durante la cerimonia e colori accesi per il banchetto.
Le nozze tra famiglie nobili si suggellavano con una festa in casa, nel salone più grande del palazzo. La sposa riceveva la benedizione del padre, della madre e dei parenti più vicini e poi posava la mano in quella del futuro marito, e il sacerdote dava loro la sua benedizione. Gli sposi si scambiavano un bacio e l’orchestra iniziava a suonare. La sposa apriva le danze ballando da sola, e la festa durava fino a tarda notte.
Tra le famiglie contadine, invece, nel giorno delle nozze il corteo andava a prendere a casa la sposa e il padre dello sposo la conduceva per mano allo sposo, che la attendeva sulla porta. Su di loro i presenti lanciavano pane e sale in segno di fecondità e ricchezza. Una volta in chiesa il parroco infilava gli anelli sulle dita degli sposi, d’oro per lui e d’argento per lei, dopo averli scambiati tre volte. Il banchetto nuziale si teneva stesso nella chiesa, dove, dopo aver spezzato il pane e aver bevuto il vino dallo stesso calice, gli sposi, insieme a invitati e sacerdote si prendevano per mano e giravano tre volte intorno al tavolo, danzando. Con un corteo, tutti si dirigevano a casa dello sposo e alla fine del banchetto, si metteva in tavola un piatto in cui gli invitati lasciavano i doni per gli sposi.
Matrimonio nell’Ottocento
Il secolo del Romanticismo inaugura una nuova stagione per le nozze e il loro significato. Il matrimonio diventa finalmente sinonimo di amore e nascono in quest’epoca gran parte delle tradizioni che ancora oggi rispettiamo, come l’abito bianco, il bouquet, la torta nuziale e il ricevimento.
La sposa poteva indossare, oltre all’abito bianco che comincia a simboleggiare la sua purezza, anche abiti di altri colori, come il rosa il blu, il giallo, o il rosso. La donna poteva indossare anche un vestito che già possedeva, a cui aggiungeva nastri e pizzi ma, in generale, l’abito da sposa doveva essere preferibilmente nuovo. Le stoffe più amate erano la seta, il pizzo, l’organza, il cotone, il cachemire. Nel rito civile la nobiltà preferisce il nero luccicante, oppure i colori vivaci arricchiti di perle e lustrini.
In epoca vittoriana fanno la propria comparsa anche damigelle e paggetti, che reggevano lo strascico, spargevano fiori, o portavano le fedi. La cerimonia cominciò a prendere la forma delle cerimonie moderne, con il corteo che attendeva la sposa all’ingresso della chiesa, accogliendo gli ospiti, mentre lo sposo e il testimone aspettavano all’interno. La sposa faceva il suo ingresso in chiesa preceduta dalle damigelle, e veniva accompagnata all’altare dal padre o da un autorevole membro della famiglia, seguita dai paggetti che reggono lo strascico. All’uscita degli sposi si svolgeva il rituale lancio del riso o dei petali.
Il banchetto nuziale avveniva nella casa della sposa, dove ricevevano familiari e amici per il pranzo.
In questa epoca inizia anche la tradizione del viaggio di nozze, che per i più ricchi era un tour in Europa.
Matrimonio nel Novecento
Le due guerre mondiali che caratterizzano questo secolo cambiano notevolmente le tradizioni del matrimonio, e lo modernizzano. Ci si sposa sempre più per amore, e sempre meno per interesse, e le cerimonie, religiose e civili, diventano sempre più sobrie.
L’abito da sposa si accorcia, le sue forme si assottigliano e aumentano anche le scollature. Durante la Seconda guerra mondiale, alcune famiglie cominciano la consuetudine di noleggiarlo, prestarlo o tramandarlo da nonna a nipote. Dagli anni Sessanta in poi alcune tradizioni si perdono, ma mai del tutto. La sposa può decidere di indossare un abito non necessariamente bianco, con una vasta scelta di colori, forme, tessuti e stili differenti. Non ci si sposa quasi più in casa ma si sceglie un luogo, come un ristorante, una masseria, una villa in campagna o in città, che abbia delle caratteristiche particolari per vivere il giorno più bello della propria vita insieme a familiari e amici.
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